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martedì 18 gennaio 2011

CVD: Italia fuori dagli Oscar

Come volevasi dimostrare non c'è spazio per l'Italia fra le nazioni ancora in corsa per una candidatura all'Oscar come miglior film straniero. L'Academy ha reso noti oggi i titoli dei 9 film che possono sperare nella nomination. C'è "In a better world" di Susanne Bier, pellicola danese che ha già vinto il Golden Globe. C'è "Biutiful" di Inarritu con Bardem. Manca "Il Concerto" e manca "La prima cosa bella" di Paolo Virzì, il film scelto dall'Italia. Non senza polemiche.
Il film di Virzì è stato infatti preferito a una pellicola che, in patria, non aveva raccolto successi, ma che ha convito critica e pubblico all'estero: "Io sono l'amore" di Luca Guadagnino nominato e sconfitto ai Golden Globe, i riconoscimenti assegnati dalla stampa estera accreditata a Hollywood, in corsa per i Bafta, i premi dell'Academy britannica. Era evidente il potenziale di Guadagnino: senza la promozione legata alla candidatura si era già fatto strada nelle sale americane.
Tra l'altro nei ultimi mesi si è fatto strada un altro film italiano: "Vincere" di Marco Bellocchio. Il "New York Times" lo segnale come uno dei migliori film in circolazione. Il film però non può concorrere nemmeno per gli altri premi perché non possono andare in nominationi i film che in America sono usciti, in contemporanea, in sale e in video on demand, cosa che è successa a Bellocchio. Nel 2010 gli si preferì "Baària" per la candidatura, senza successo.
La commissione continua a sbagliare? La risposta sembrerebbe essere sì. Non vinciamo un Oscar come miglior film straniero dal 1999: "La vita è bella", che entrava perfettamente nei gusti dell'Academy. Il segreto è questo, non proporre un film bello, ma convincere i giurati. Errori sono stati i nuovi tentativi con Benigni ("Pinocchio") e tre volte con Tornatore che aveva vinto con "Nuovo cinema Paradiso". Non andò in cinquina il prescelto "Gomorra", mentre "Il Divo" riceveva una nomination per il trucco e Sorrentino ora lavora con Sean Penn. Si tende a escludere le produzioni indipendenti. Il risultato è che l'ultima candidatura italiana risale al 2006 (Cristina Comencini "La bestia nel cuore"), una miseria per la nazione che ha vinto la prima statuetta di questa categoria con "La Strada" di Fellini e che fra gli anni 50 e i 70 si è aggiudicata più premi di chiunque altro.

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