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martedì 21 dicembre 2010

Road to the Oscars

Gli Oscar sono la mia americanata preferita. Ad alcuni piacciono gli hamburger, ad altri le harley, a me il megashow celebrativo. Ho cominciato al liceo guardando la notte degli Oscar. Ho proseguito, negli anni, appassionandomi a tutti gli altri premi, a quella che viene definita Awards Season. Una stagione fatta di tappeti rossi e discorsi improvvisati per finta. Una stagione che va dall'autunno, con le nominations, alla primavera, con la consegna dei premi. Una stagione che per i media americani dura tutto l'anno visto che già durante l'estate si pensa a chi sarà nominato. Io vedo e rivedo le notti degli Oscar passate http://www.youtube.com/user/oscars?blend=1&ob=4 e leggo quello che si presenta per il futuro: nomination, analisi, ricerche e studi di settore. Se esiste una "Harry Potter Economy", esiste anche una "Oscar Economy". Ci sono invadenti campagne promozionali e investimenti notevoli sulla pubblicità per i film e gli attori. Ci sono premi dati come compensazione di errori del passato, film che sembrano nati apposta per portare un attore al premio. E' il caso di "Crazy Heart": lo scorso anno per Jeff Bridges arrivò il primo Oscar, alla quinta candidatura, grazie a questo film piccolo e tutto sulle sue spalle. Non aveva vinto per "L'ultimo spettacolo" o "Starman", non era nemmeno stato nominato per "I favolosi Baker" e "Il grande Lebowski". E' giusto che un premio arrivi per un'intepretazione ottima, ma non certo superiore a quelle per cui non aveva  nemmeno avuto la candidatura?

1 commento:

  1. Pensa Pizzi che Scorsese non ha vinto con film che ci ricorderemo tra 50 anni come Raging Bull o Taxi Driver ed invece l'ha ricevuto per The Departed, buon film ma inferiore a tanti suoi altri. Che bello un tuo blog...finalmente!

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